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Giornata Mondiale DCA, famiglie: come cerchi nell’acqua – 2 giugno 2016

Il 2 giugno si celebrerà  la prima giornata mondiale per i Disturbi del comportamento alimentare .

Per la prima volta si è  decisa ed istituzionalizzata una data comune e condivisa da tutto il mondo, nella quale discutere di questi disagi, che provocano così  tante vittime tra i giovani, nonostante che in Italia, dove l ‘anoressia e’ la prima causa di morte adolescenziale,la giornata del Fiocchetto  lilla non sia ancora stata ufficialmente riconosciuta come Giornata nazionale contro i D.C.A.

Per questo primo anno, la Società  italiana per lo studio dei disturbi del comportamento alimentare ( Sisdca),ha  organizzato a Roma un pomeriggio di condivisione e sensilbilizzazione sul tema, invitando alla partecipazione  le istituzioni, l ‘opinione pubblica, le associazioni e il nostro Coordinamento Nazionale disturbi alimentari, che dal 2014 opera sul territorio nazionale, raccogliendo e consentendo  un pluralismo di voci e testimonianze, perché del coordinamento nazionale possono far parte associazioni nel cui direttivo vi siano anche operatori, associazioni di promozione sociale,  associazioni scientifiche quant’altro;  ed in effetti in poco tempo ben 12  associazioni , comprese quelle che l ‘hanno fondato, hanno finora aderito.

Sono associazioni formate talora da pazienti ex o no,  talora da familiari e pazienti,  a volte insieme agli operatori a volte soli ; associazioni sparse in varie Regioni, quali il Veneto, il Friuli, la Lombardia, l’Emilia, la Toscana, la Puglia;  tutte comunque tese verso un unico obiettivo ,che, alla fine, puo’ riassumersi in un concetto apparentemente banale, ma non semplice: migliorare la qualità della  vita delle persone affette dai disturbi alimentari e dei loro familiari.

Crediamo che  sia, questo, un obiettivo comune a molte altre associazioni che si occupano di altre patologie e di altri problemi  psichici, ma crediamo anche che se non lo si perde di vista, questo obiettivo, se si continua a guardare sempre alle persone, anche a quelle malate, come esseri unici, irripetibili, bisognosi di ascolto, di attenzione, di protezione ; bisognosi di essere riconosciuti, stimati, valorizzati, amati per quello che ognuno  è, bisognosi di riconoscersi il diritto di esistere, di essere e se possibile, anche di essere felici; allora tutto ci apparirà ‘più chiaro , rispetto ai nostri ruoli, alla nostra funzione, rispetto a quello che dobbiamo e possiamo fare per il perseguimento dei nostri scopi, sia come familiari, sia come associazioni, sia come coordinamento di associazioni.

Infatti, la complessita’ dei disturbi del comportamento alimentare  è tale e tanta, ed investe così tante sfere della personalità dei soggetti che ne sono affetti – psichiche, psicologiche, fisiche; risentendo di così tante cause e condizionamenti- ambientali, familiari, culturali, sociali ; che non è possibile dare una risposta unica ,  sulle strategie di cura e sulle soluzioni,  anzi certamente oggi una risposta precisa e univoca non c’e’.

Però  una cosa è  certa : queste problematiche, e le domande che dall’osservazione e dallo studio di esse scaturiscono, meritano attenzione, rispetto, approfondimento, studio, e devono essere affrontati da più “fronti” integrati e coesi tra loro.

Il cammino verso il raggiungimento di una migliore qualità  di vita delle persone che soffrono di questi disturbi e delle loro famiglie è   tortuoso, faticoso, doloroso, fatto anche di cadute, e capitomboli che fanno tornare indietro.  

Pero’ ogni “cammino” implica un  movimento, e richiede prima di tutto di non restare inermi, paralizzati dalle paure e dalle angosce di fronte alla scoperta della malattia, chiede di uscire allo scoperto, di non rinchiudersi in casa, di riconoscersi il diritto ed il dovere di  chiedere “strade migliori ”, e anche tutori che ci aiutino e ci sostengano in questo percorso, verso l’uscita del tunnel.

Ecco perché  i familiari, i  pazienti, gli operatori si associano,  facendosi parte attiva nella cura, oltre che “oggetto di cura”:  per chiedere sempre più attenzione e coinvolgimento, alle istituzioni,  ai Comuni, ,alle Regioni, affinché , tra le altre cose da fare, potenzino le strutture di terapia e cura gia’ esistenti, o destinino risorse per la loro creazione, laddove ancora non ci sono, riconoscendo la gravità ’ del problema e la necessità  di intervento.

Poi, le Associazioni si uniscono a loro volta, per creare una rete che , sostenga e promuova a livello nazionale progetti territoriali di prevenzione, di cura, e strategie di intervento validati; e per fare arrivare, in maniera forte e chiara,   fino ai piu’alti vertici, a chi ci governa, a chi decide sulla destinazione delle risorse economiche nella sanità , a chi legifera anche su queste tematiche, la voce della sofferenza e del disagio delle persone con disturbi alimentari.

In questo momento di crisi economica, chiedere più risorse sembra una eresia, ma solo investendo più risorse ora e cercando di prendere in carico il prima possibile le persone con la malattia, evitando che questa si cronicizzi, avremo un risparmio di risorse nel futuro.    

E’ come quando si getta un sasso nell’acqua: prima che l’acqua si richiuda su di esso, trascinandolo a fondo, il nostro gesto avrà creato un cerchio, e poi un altro, e un altro ancora.  E, grazie al nostro gesto, l ‘acqua si muovera’, e noi avremo dato inizio ad un cambiamento.

Ci piace pensare che quel sasso  sia la malattia, che ce ne libereremo   solo prendendola tra le mani, osservandola, studiandola, e poi gettandola , lontano da noi : e  che l ‘acqua sia la società, anzi, il mondo che ci circonda, che per quanto possa sembrare immobile  , immenso , immutabile, indifferente, puo’cambiare e muoversi grazie a questo nostro gesto, grazie alle famiglie, alle associazioni, e ai coordinamenti, che si allargano in esso  come cerchi nell’ acqua.

COORDINAMENTO NAZIONALE
DISTURBI ALIMENTARI 

PAZIENTI, FAMIGLIE, OPERATORI. ASSOCIAZIONI, COORDINAMENTI: COME CERCHI NELL’ACQUA

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