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Tel075 690726 / 335 6865133
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Chi siamo

Il dolore, l’incertezza, la solitudine, il sentirsi non compresi e la grande paura sono i sentimenti che provano i familiari di chi si trova nel vortice del disturbo del comportamento alimentare (DCA).
Nasce così a Perugia, il 6 febbraio 2017, l’associazione di promozione sociale “Coraggio” (cf. 94163550547)

Il disturbo del comportamento alimentare sta mettendo a dura prova sempre più persone, sempre più giovani. È una malattia che, spesso, porta con sé o copre dei disturbi psichiatrici. Ad un certo punto della vita dei nostri cari compare dirompente, devastante. La sua durata è  un’incognita.  Porta all’isolamento di chi la combatte e, spesso, della sua famiglia. Le cure non hanno esiti certi: le variabili sono tante e i terapeuti seguono approcci diversi, quindi non esiste la cura che va bene per tutti. È una malattia che, purtroppo, ha anche esiti infausti.
C’è chi la definisce la malattia dell’anima, chi dei limiti (non ci sono vie di mezzo). Chi ne soffre è in continuo tormento e annullamento di sé.

In cosa crediamo

Nella persona, nella sua individualità  e nella sua unicità e,  quindi, nel suo valore.
I nostri familiari non sono la malattia, loro la combattono. Noi cerchiamo di  combattere i preconcetti e pregiudizi che danno una visione scorretta della malattia e di chi ne soffre.
Crediamo che le cure necessitino di una accurata diagnosi e di una successiva presa in carico della persona che avvia la sua battaglia. La presa in carico non si deve limitare alla parte sanitaria, ma riguarda anche la sfera sociale, soprattutto nella fase della riabilitazione e dell’inserimento in percorsi personalizzati di recupero  della propria autostima, di indipendenza ed di autonomia.
Crediamo nella relazione tra persone, nella collaborazione e nel sostegno reciproco.
Sosteniamo che la manualità e la realizzazione di piccoli “progetti” hanno un grande valore sia terapeutico che sociale.
Crediamo che tutti hanno diritto al lavoro e che la dignità di ogni persona passa anche attraverso il lavoro.

Che cosa stiamo facendo

In questo breve periodo di vita dell’associazione abbiamo partecipato ad una serie di incontri istituzionali per dare il nostro contributo alla stesura del piano sanitario regionale.
Ci battiamo affinché  le cure, che sono spesso lunghe e che prevedono più terapeuti con competenze diverse, coordinati tra loro,:
– siano territoriali e tracciabili  (cartella clinica elettronica intra ed inter aziendale)
– siano garantite a tutti coloro che le richiedono (soprattutto  quando si tratta di dovere affrontare ricoveri salvavita).
Facciamo parte del “Coordinamento nazionale disturbi del comportamento alimentare”.
Ci incontriamo con genitori che hanno il desiderio di condividere il loro dolore.
Abbiamo organizzato un “salotto-laboratorio” aperto a tutti coloro che hanno voglia di stare insieme, condividere la propria solitudine, recuperare la manualità.
Abbiamo ideato e proposto via web la “coperta del coraggio”: stiamo facendo, con il contributo di tutta l’Italia, coperte per i terremotati di Cascia. Per noi la coperta vuole essere un simbolo di vicinanza e solidarietà, un tocco di colore e calore, un modo per stringerci tutti vicino a chi si sente solo e dimenticato. È stato un modo per dare la possibilità a tante persone, anch’esse sole e dimenticate perché malate, anziane o carcerate, che altrimenti non avrebbero potuto fare sentire il loro affetto.
Il 30 ottobre saremo a Cascia per donare le coperte fatte tutte interamente a mano e dalle mani di tantissime persone di tutta l’Italia.
Durante il nostro stare insieme abbiamo accolto, e stiamo accogliendo, persone tanto diverse tra loro sia per problematiche che per età, provenienza e lingua, tra cui giovani profughi che sono in carico a diverse organizzazioni.

Cosa vogliamo fare

Continuare a parlare di DCA senza vergogna e paura.
Aiutare le altre famiglie ad affrontare questa problematica e le problematiche ad essa collegate. Allargare e rendere stabile il Salotto-laboratorio non solo per essere attività distraente ed aggregante, ma anche per rigenerare l’artigianato condividendo tra i suoi partecipanti strumenti, conoscenze, competenze per creare accessori per la persona, l’abbigliamento, per la persona e per la casa.
Vogliamo creare dei rapporti con imprenditori locali (e non) per facilitare il processo di innovazione sociale.

Il nostro sogno

Fare in modo che chi si sente escluso dalla società, perché in “difficoltà” o perché  vive un momento, più o meno lungo, di fragilità, abbia invece un suo ruolo riconosciuto e riconoscibile anche in un processo economico. Il sentirsi utili, perché in grado di saper fare e poter fare, è  un diritto di tutti.
La realizzazione della filiera delle fibre, dalla produzione al confezionamento, passando per la filatura e la tintura con prodotti naturali, pensiamo possa essere un modo per tanti, singoli o   associazioni, di trovare il proprio ruolo e avere quindi un riconoscimento sociale con tutto quello che di positivo può  produrre.